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Outdoor Education: la progettazione degli spazi esterni

La progettazione è un'attività fondamentale in ambito educativo, spesso però è tralasciata per quanto riguarda lo spazio all'aperto. Debora Mazza, educatrice, ci illustra il senso di creare zone di quiete, di movimento attivo e zone di cura, per consentire ai bambini di fare esperienze importanti ed emozionanti.

02.07.2018

Outdoor Education: la progettazione degli spazi esterni - Immagine: 1
Predisporre lo spazio è un'attività importante nel lavoro educativo, perché "l'adulto esercita la propria funzione di sostegno allo sviluppo non solo quando interviene nel rapporto diretto col bambino, ma anche quando agisce indirettamente organizzando il contesto" (Cirlini et al., 2007, p. 17). I criteri di progettazione emersi non intendono delineare un modello, in quanto ogni progetto deve nascere da un'attenta osservazione dei suoi fruitori, rispondendo ai loro interessi e bisogni. 

Un primo criterio riguarda la differenziazione funzionale dello spazio, che consiste nell'articolazione dell'ambiente in una pluralità di zone d'interesse, che possiedono una specifica valenza educativa, facilitando la durata e l'evoluzione delle attività, favorendo la formazione e la stabilità dei gruppi di gioco e la qualità delle relazioni. Fondamentale è la modalità di delimitazione degli spazi, ovvero la creazione di barriere percettive per formulare uno spazio ordinato e non dispersivo o confusivo (per es. siepi, aiuole, sassi, tronchi adagiati orizzontalmente, recinti, muretti...).

Un secondo criterio è la ricchezza di possibilità d'azione che viene offerta ai bambini, creando aree che plasmino possibilità di apprendimento. Ecco alcuni esempi tratti da spazi realizzati all'interno dei servizi per l'infanzia, che possono essere adattati a ciascun contesto:

  • ZONE DI QUIETE: garantiscono angoli di tranquillità, di ascolto e di osservazione indisturbata della natura (in genere è uno spazio contenuto, delimitato da recinti naturali, con dei tronchetti per sedersi)
  • ZONE DI MOVIMENTO ATTIVO: sostengono l'esercizio di attività attraverso percorsi sensoriali o di costruttività. I bambini possono camminare, salire, scendere, arrampicarsi, sedersi, stare in equilibrio grazie a materiali naturali ben predisposti, come tronchi e balle di fieno. Con le aiuole si possono costruire piccoli labirinti, in cui i bambini possono perdersi per poi ritrovarsi. E' importante che gli elementi siano spostabili, perché i bambini possano modificare lo spazio alla luce delle esperienze che sono interessati a sperimentare
  • ZONE DI CURA: sono dedicate al relazionarsi con gli altri e a prendersi cura della natura. Possono contenere piante, orto e anche animali domestici, di cui prendersi cura. 

E' fondamentale tracciare elementi di continuità tra interno ed esterno, di modo che i due ambienti si arricchiscano a vicenda: il flusso di idee che si origina a contatto con la natura se portato all'interno può accrescere le competenze e gli apprendimenti e viceversa. 


Per leggere l'intero articolo e guardare la documentazione fotografica, scarica gratuitamente Educare03, n. 4, marzo-aprile, 2018.


Debora Mazza

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